I benefici per l’ambiente, la salute e la società

meat consumption

Grafico rappresentante il consumo pro capite di carne annuale registrato dal 1961 al 2013. Immagine estratta dal sito web di Our World in Data.

Le proiezioni di crescita della popolazione mondiale dimostrano che mantenere l’innalzamento globale della temperatura al di sotto dei 1,5 °C entro il 2050 è un obbiettivo fondamentale e tuttavia irraggiungibile senza un previo e significativo cambiamento nel campo della produzione di carne. Gli allevamenti di bestiame sono infatti responsabili di un’alta percentuale sia del consumo idrico, sia della produzione di gas serra, sia della deforestazione, sia ancora dello sfruttamento del suolo. In tal senso gli allevamenti ad esempio impiegano circa il 41% dell’acqua complessivamente consumata in agricoltura, occupano circa il 77% del territorio abitabile complessivo e ciononostante forniscono solamente il 18% delle calorie ed il 37% delle proteine prodotte su scala globale. Si stima che per produrre convenzionalmente (ossia tramite allevamento e macellazione di bestiame) un chilo di carne di manzo viene consumata una quantità d’acqua pari a quella sufficiente a produrre un chilo di pasta, più un chilo di riso, più un chilo di legumi, più un chilo di verdure, più un chilo di frutta, più l’equivalente di circa ottanta docce. Peraltro il consumo globale di carne è in costante aumento e, secondo studi condotti, la popolazione non risulta incline a modificare significativamente le proprie abitudini alimentari per rallentare questo trend nei prossimi anni. Se nel 2020 la popolazione mondiale ammontava a 7,8 miliardi di persone e consumava 338,6 milioni di tonnellate di carne, è infatti stimato che entro il 2030 si raggiungeranno gli 8,5 miliardi di persone con un consumo di ben 374 milioni di tonnellate di carne.

Tutto ciò evidenzia da un lato la necessità di aumentare la produzione di cibo e dall’altro lato l’impellenza di modificare l’attuale modello d’agricoltura ed allevamento, evidentemente non sostenibile.

Allo stato attuale, anche tenendo conto dei trend di mercato, la produzione e l’impiego di proteine alternative tramite agricoltura cellulare (oltreché a base vegetale e tramite fermentazione) rappresentano in un’ottica di medio-lungo periodo la soluzione più efficiente e conveniente sotto plurimi profili: ambientale, salutare e sociale.

L’impatto sull’ambiente

Anzitutto, lo sviluppo dell’agricoltura cellulare rappresenta una soluzione ottimale dal punto di vista ecologico, potendo giocare un ruolo di primo piano nel contenimento dei cambiamenti climatici e dunque nella preservazione e nel miglioramento della qualità della vita sulla Terra.

Infatti, in ragione della natura del suo processo di produzione maggiormente efficiente, la carne coltivata è destinata ad avere una serie di fondamentali vantaggi ecologici rispetto all'agricoltura animale convenzionale e ad essere esponenzialmente più sostenibile per l’ambiente. Ciò senza, peraltro, presupporre o implicare alcun cambiamento nelle scelte alimentari della popolazione umana.

Le valutazioni prospettiche del ciclo di vita indicano che la produzione di carne coltivata richiederà l’impiego di quantità di risorse (in primis acqua e suolo) di molto inferiori rispetto a quelle impiegate per allevare (soprattutto nutrire) il bestiame per la macellazione. Per la coltivazione della carne di manzo, ad esempio, si impiegherà dalle 30 alle 50 volte meno terra rispetto alla produzione tramite allevamento. L’agricoltura cellulare, inoltre, comporterà una drastica riduzione sia nell’emissione di gas serra (si stima quattro volte meno), sia nel fenomeno dell’eutrofizzazione (ossia l’alterazione dall’ecosistema acquatico causata in buona parte dall’utilizzo dei fertilizzanti nei processi agricoli), nonché mitigherà i problemi della carenza di acqua dolce, della deforestazione e della perdita di biodiversità legati al processo agricolo. Ed è pur vero che le stime stime suggerirebbero che il processo di coltivazione cellulare di carne richiederà circa 1,4 volte più energia rispetto alla produzione di manzo convenzionale, ma è altrettanto vero che a questo si potrà ovviare utilizzando fonti di energia sostenibile e situando le strutture produttive in prossimità delle relative sorgenti energetiche.

cultured meat environmental

Grafico rappresentante l’impronta ecologica (emissioni di gas serra, espresse in chilogrammo di CO2 equivalente per chilogrammo di carne) nella attuale produzione di carne coltivata (prima colonna) e nella produzione di vari tipi di carne convenzionale. Peraltro il processo di produzione di carne coltivata potrà comportare emissioni di gas serra minori rispetto agli ordinari allevamenti di animali grazie all’impiego di energia pulita da fonti rinnovabili. Immagine estratta da WhatIsCultivatedMeat.com.

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Grafico rappresentante lo sfruttamento di terreno agricolo (espresso in metri quadri di terreno agricolo per chilogrammo di carne) nella produzione di carne coltivata (prima colonna) e nella produzione di vari tipi di carne convenzionale. Peraltro nella coltivazione cellulare di carne si potranno utilizzare anche materie prime non derivanti da raccolti, come ad esempio alghe, in tal modo andando a impiegare solamente 0,5 metri quadri di terreno agricolo per chilogrammo di carne. Immagine estratta da WhatIsCultivatedMeat.com.

cultured meat environmental

Grafico rappresentante il consumo idrico (espresso in Litri di acqua per chilogrammo di carne) registrabile nella produzione di carne coltivata (prima colonna) e nella produzione di vari tipi di carne convenzionale. Peraltro l’impatto ambientale del consumo idrico dipende soprattutto da dove l’acqua viene consumata e la coltivazione cellulare di carne (a differenza degli allevamenti intensivi di bestiame) potrà avvenire in aree ricche di risorse idriche. Immagine estratta da WhatIsCultivatedMeat.com.

cultured meat environmental

Grafico rappresentante l’impatto in termini d’inquinamento da nutrienti (primaria causa di eutrofizzazione dell’acqua) della produzione di carne coltivata (prima colonna) e della produzione di vari tipi di carne convenzionale. Immagine estratta da WhatIsCultivatedMeat.com.

Con lo sviluppo dell’agricoltura cellulare si abbatteranno pertanto il livello d’inquinamento agricolo e lo sfruttamento delle risorse ambientali e si garantirà un approvvigionamento di prodotti animali più sicuro, più puro e coerente.

L’impatto sulla salute

Lo sviluppo e l’impiego della coltivazione di carne sono destinati ad avere risvolti grandemente benefici anche per la salute e per la sicurezza alimentare.

Il procedimento di coltivazione cellulare infatti non implicherà l’impiego degli alti quantitativi d’antibiotici sistematicamente somministrati al bestiame allevato. Con la conseguente limitazione del rischioso fenomeno della resistenza batterica agli antibiotici. Il minore inquinamento ambientale causato dalla coltivazione di carne permetterà poi una riduzione nel tasso di contrazione di molte patologie, anche fatali, come alcuni tipi di cancro.

Altresì, l’agricoltura cellulare garantirà una maggiore sicurezza alimentare, diminuendo il rischio di epidemie di zoonosi, ossia malattie infettive trasmesse dagli animali all'uomo direttamente o indirettamente.

L’impatto sulla società

Lo sviluppo dell’industria dell’agricoltura cellulare (e del suo indotto) rappresenta un’opportunità per la società umana, un settore di sempre maggiore interesse per il settore sia pubblico che privato, con prospettive d’ampia espansione e importanti potenzialità occupazionali e di crescita economica.

In definitiva, la produzione e la diffusione di carne coltivata risulta ottimale per agevolare il raggiungimento degli obbiettivi prefissati dai governi mondiali e, in particolare, di molti dei 17 obiettivi posti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU (cosiddetti “Sustainable Development Goals” o “SDG”). Si tratta, in particolare, degli SDG in tema di ambiente e salute, quali il

  • 2) “Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

  • 3) ”Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”

  • 6) ”Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie

  • 7) ”Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni

  • 11) ”Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili

  • 12) ”Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

  • 13) ”Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico

  • 14) ”Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

  • 15) ”Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica

Che il settore della produzione di proteine alternative, anche tramite agricoltura cellulare, rappresenti il migliore (maggiormente efficace ed efficiente) investimento ai fini del contenimento del cambiamento climatico è stato confermato a più battute, anche dall’autorevole multinazionale di consulenza strategica Boston Consulting Group.